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Aug 14, 2023Aug 14, 2023

Il 90% del PIL globale è coperto da un obiettivo di zero emissioni, ma molti di essi mancano di integrità.

Collegare le iniziative volontarie agli standard e alla regolamentazione può tradurre l’“ondata” della leadership net-zero in “regole fondamentali” per l’economia nel suo complesso. Una task force proposta sulla regolamentazione Net Zero può contribuire a portare rigore e coerenza nella governance a zero emissioni.

Gli obiettivi net-zero coprono ora oltre il 90% del PIL globale e il 40% delle più grandi aziende del mondo. Mentre la proliferazione di obiettivi di zero emissioni rappresenta un progresso verso la mobilitazione dell’azione verso gli obiettivi climatici globali, gli obiettivi di zero emissioni variano enormemente in termini di qualità.

In risposta, assistiamo alla proliferazione di quattro strumenti di governance che cercano di indirizzare gli obiettivi net-zero verso una maggiore integrità. Gli standard volontari possono stabilire un elevato livello di rigore e spingere avanti la frontiera delle migliori pratiche, ma non hanno la capacità di obbligare all’azione.

Le campagne di coordinamento delle Nazioni Unite o di altri enti legittimi possono promuovere la convergenza attorno a standard più elevati, e gli organismi internazionali di definizione degli standard possono raggiungere una scala maggiore e mobilitare il settore dell’accreditamento in generale per garantire la conformità.

Entrambi questi strumenti rimangono tuttavia volontari. Le normative, a loro volta, possono imporre azioni e garantire condizioni di parità, ma possono differire da una giurisdizione all’altra e saranno forti solo nella misura consentita dall’economia politica della giurisdizione.

Man mano che gli sforzi per rendere operativo lo zero netto si approfondiscono e si evolvono nei decenni a venire, la costruzione di un “nastro trasportatore” che colleghi insieme i diversi tipi di strumenti di governance può contribuire a creare un ecosistema di governance ad alta integrità attorno allo zero netto.

Le migliori pratiche e innovazioni forgiate dalle coalizioni di leadership, spesso attraverso azioni volontarie, possono essere supportate e promosse da campagne di orchestrazione, integrate attraverso standard e rese obbligatorie attraverso la regolamentazione. In questo modo, l’ondata di obiettivi volontari può, con regole e standard adeguati, contribuire a definire le “regole di base” per l’economia in generale per allinearla meglio agli obiettivi che i paesi hanno fissato nell’Accordo di Parigi.

Sebbene questo modello di governance a nastro trasportatore stia già emergendo, è fondamentale che governo, imprese, società civile e altri attori rafforzino ulteriormente la governance dello zero netto. In questo contesto la regolamentazione assume particolare importanza.

Se da un lato l’ondata di normative sull’azzeramento delle emissioni porta con sé la grande promessa di livellare il campo di gioco e di dare alle imprese la certezza di cui hanno bisogno per investire nell’azzeramento delle emissioni, dall’altro comporta anche due sfide: rigore e coerenza.

Poiché la regolamentazione dipende dall’economia politica della giurisdizione che la crea, potrebbe non raggiungere il livello di ambizione necessario per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. In effetti, in alcune giurisdizioni i gruppi di interesse contrari all’azione per il clima stanno lavorando per indebolire o invertire la governance a zero emissioni. Una cattiva regolamentazione può essere peggiore di nessuna regolamentazione.

Ma anche nelle giurisdizioni in cui esiste un ampio sostegno per un rigoroso allineamento allo zero netto, i diversi ambiti normativi non condividono necessariamente una visione unificata di ciò che è richiesto alle imprese. Se diversi regolatori richiedono cose diverse, l’attrito che ne risulta potrebbe rallentare la transizione.

Una proposta per affrontare sia il rigore che la coesione è una task force sulla regolamentazione Net-Zero, proposta da un gruppo di alto livello convocato dal Segretario generale delle Nazioni Unite. Questo organismo potrebbe creare un forum e un processo per promuovere la convergenza verso l’alto sia nei settori normativi che nelle giurisdizioni.

“Net zero” si riferisce allo stato atmosferico in cui le emissioni di gas serra sono scese a un livello al quale non vengono immessi nell’atmosfera più gas serra di quanti ne escono. Per avere una ragionevole possibilità di raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C o, meglio, a 1,5°C, questo stato deve essere raggiunto entro il 2050.

Sorprendentemente, questa semplice idea è passata da un concetto scientifico a una richiesta di attivisti marginali, a un principio organizzativo tradizionale per la mitigazione in tempi record (Allen et al. 2022, Black et al. 2021). Attualmente almeno il 90% dell’economia globale è coperta da una sorta di impegno nazionale per l’azzeramento delle emissioni (Net Zero Tracker 2022).